Wednesday 23 April 2008

SPAGHETTI AL GRANO DI KAMUT CON GAMBERI E ZUCCHINE

Se non ci frega come l’altra volta, quando sembrava che fosse arrivato il bel tempo e poi - tiè - ha nevicato, direi che la primavera è arrivata anche a Londra.

Oggi, dopo tanto splendeva il sole, e con l’euforia di chi qui di sole ne vede ben poco, sono uscita a fare un po’ di compere. In uno scaffale del supermercato ho scovato degli spaghetti al grano di kamut (costossissimi con una confezione in cartoncino nero mat per le allocche come me schiave del packaging stiloso) e ho deciso di farli con una ricetta che da sempre associo col bel tempo.

Gamberi e zucchine sono un abbinamento classico, molto gustosi con una punta di peperoncino e velocissimi da fare (la salsa si prepara in pochi minuti, mentre cuoce la pasta).

A dir la verità non ho notato sostanziali differenze fra gli spaghetti di kamut e quelli normali, ma erano comunque gustosi.

Speriamo che il bel tempo duri!


Ingredienti (per 3 persone):

  • 300 g di spaghetti di kamut
  • 200 g di zucchine (io ho usato le baby)
  • 250 g di pomodorini ciliegia
  • 200 g di code di gamberi sgusciate (ma non precotte)
  • 1 peperoncino rosso fresco
  • 1 spicchio d’aglio
  • Mezzo bicchiere di vino bianco secco
  • Un ciuffo di prezzemolo
  • Olio extra vergine di oliva
  • Sale

Lessare in abbondante acqua salata gli spaghetti.

Nel frattempo in una padella con un filo d’olio far saltare i pomodorini tagliati a metà con le zucchine affettate a rondelle sottili, il peperoncino rosso fresco e l’aglio tritati.

Quando la buccia dei pomodori comincia a raggrinzirsi aggiungere i gamberi e farli cuocere in padella per pochi minuti. Appena il colore dei gamberi cambia da grigio a rosa, sfumare con il vino bianco e aggiustare di sale.

Far ridurre il sughetto, togliere dal fuoco e mettere da parte.

Scolare gli spaghetti al dente e farli saltare in padella con la salsa per un paio di minuti.

Servire con una spolverata di prezzemolo tritato.

Monday 21 April 2008

NEWYORK CHEESECAKE CON TOFFEE E NOCI DI MACADAMIA CARAMELLATE

Un paio di settimane fa, la mia cara amica Alex, che non vedevo da tempo immemore, mi ha invitato per un caffè e una chiacchierata di riepilogo in quel di Angel.

Angel - area londinese un tempo malfamata - oggi è il quartiere dei trentenni creativi e di successo, che vivono nei costosissimi loft/studio riconvertiti e vestono magliette finto-sdrucite e maglioncini finto-infeltriti da un milione di dollari. Poiché i creativi poshettosi amano la buona tavola, il quartiere è un susseguirsi di localini, bar e ristoranti, alcuni molto carini. È in uno di questi, chiamato Ottolenghi, che la mia amica Alex mi ha trascinato.

Ottolenghi è minimale ma accogliente, con lunghe tavolate laccate bianche e sedie Panton arancioni. La cosa che colpisce di più però è uno spettacolare buffet di dolci e piatti salati: un tripudio di macarons perfetti, brownies, carrot cakes monoporzione, couscous, insalatone e verdure grigliate…

Dopo una decina di minuti di indecisione il mio occhio è caduto su un irresistibile cheesecake con dulce de leche e noci di macadamia caramellate… fortunatamente il sapore ha incontrato le aspettative, il contrasto delle varie textures, il croccante del biscotto e delle noci di macadamia caramellate con la morbidezza della crema, così come il dolce del toffee con l’acidulo del cheesecake ne fanno un dolce davvero favoloso.

Potevo non provare a rifarlo a casa??

Ingredienti (per una tortiera del diametro di 18 cm):

Per il cheesecake (ricetta di Régine):

Prima fase:

  • 450 g di formaggio Philadelphia
  • 2 uova
  • 150 g di zucchero
  • 2 cucchiai di succo di limone
Seconda fase:
  • 200 g di panna acida
  • Due cucchiai di zucchero
  • Un cucchiaio di estratto di vaniglia

Per la base:

  • 125 g di biscotti Digestive
  • 60 g di burro
  • 2 cucchiai di zucchero
Per il topping:

  • Circa 200 g di Dulce de leche (acquistato pronto o fatto in casa con uno dei vari metodi)

Per le noci di macadamia caramellate:

  • 100 g di noci di macadamia
  • 100 g di zucchero


Ridurre i biscotti in briciole finissime col metodo distruttivo/antistress preferito e mescolare la polvere ottenuta con i due cucchiai di zucchero.

In una padella fondere il burro, tostarvi le briciole di biscotto. Trasferire il tutto su una teglia a cerniera del diametro di circa 18 cm foderata di carta forno. Piallare e compattare le briciole in modo da creare la base del cheesecake e mettere da parte a raffreddare.

A parte frullare il formaggio philadelphia, le uova, lo zucchero e il succo di limone.

Versare delicatamente la crema ottenuta sulla base biscotto ed infornare a 150 °C per 30 minuti.

Sfornare il cheesecake, avrà la consistenza di una sorta di crema pasticcera, non vi spaventate, acquisirà la texture ideale in seguito.

Mescolare la panna acida con l’estratto di vaniglia e i due cucchiai di zucchero, versarla con delicatezza sul cheesecake e reinfornare per altri 10 minuti.

Sfornare, far raffreddare a temperatura ambiente e poi in frigorifero per almeno 24 ore (il riposo è fondamentale per ottenere la giusta consistenza).

Il giorno seguente preparare le noci di macadamia caramellate.

Fondere a secco lo zucchero in un pentolino, quando acquista un colore ambrato unire le noci, dare una rapida mescolata e rovesciare su un piano di marmo leggermente oliato o su un tagliere di legno rivestito di carta forno.

Lasciar raffreddare e quindi frantumare il croccante grossolanamente.

Spalmare uno strato generoso di dulce de leche sulla superficie del cheesecake, spargervi le noci di macadamia caramellate e servire.

Tuesday 15 April 2008

TENCHIÙ!

Chiedo scusa, sono terribile, ho da rispondere a decine di messaggi …che cafona…per prima cosa però volevo ringraziare due persone per avermi nominato per ben 2 (dico 2!!) prestigiosissimi premi.

Il primo dalla dolcissima Marble, premio foca, che mi scrive “passo il premio a Danda perchè il suo blog mi piace troppo, tante foto bellissime e un sacco di idee”





@nn@ della Settimana Gastronomica invece mi dedica il premio




“ perchè Danda è attenta e precisa (ed anche un po’ “cacaspilli”:D) nel riprodurre i piatti tradizionali, ma anche curiosa e pronta a sperimentare cose nuove ...ed in ogni caso il risultato è un piatto elegante e raffinato. Della serie “Piccole Régine crescono”;)”

Vi sbaciucchierei tutte!

Ed ora la parte che detesto, rilanciare i premi. Come si fa a scegliere fra i vostri blog?

Di premi foca ve ne do uno a testa. Il premio DiLibroinLibro purtroppo posso darlo solo a due persone e così lo rilancio ad @nn@, non per solidarietà fra donne di Sardegna ma perché dai tempi di Cookaround leggere i suoi post deliranti e pieni di ironia mi allieta la giornata.

L’altro premio va a Salsa di Sapa, per l’indole cazzeggiona, la splendida grafica e fotografia, il suo amore per gli ingredienti naturali e le sue combinazioni culinarie ardite.

Ed ora lasciatemi nel mio dolore, il nano malefico è tornato.

Friday 11 April 2008

CHICKEN KORMA

La cucina indiana (e del sud-est asiatico in genere) inizialmente non mi sfagiolava per nulla. Probabilmente traumatizzata da qualche take-away orrido la evitavo con cura. Poi la mia amica e collega Shaila - di origini pakistane - mi ha iniziato alle raffinatezze culinarie del suo paese e gradualmente ho imparato ad apprezzarla.
Mi piace il fatto che ogni pietanza ha diversi livelli di gusto, che esplodono sul palato a tempi diversi, prima dolce, morbido e profumato, poi piccante ed aromatico. E mi piace che nel costruire piatti e menu si tenga conto anche dei principi ayurvedici (che sciccheria, mica mangiare è solo riempirsi la pancia!).
In attesa che Shaila torni dai suoi viaggi in terre lontane per insegnarmi a cucinare questi piatti come si deve, ho provato a preparare uno dei miei preferiti, il chicken korma. Un curry di pollo aromatico e tenerissimo, con cocco, mandorle e zenzero, lievemente piccante e assolutamente delizioso.
Poiché questo primo esperimento è riuscito con successo vi passo la ricetta.

Ingredienti (per 2-3 persone):
  • 500 g di petti di pollo
  • 1 cucchiaio di zenzero fresco grattugiato
  • 1 spicchio d'aglio
  • 50 g di yogurt denso
  • 1 peperoncino rosso secco
  • 1 cipolla media tritata
  • la punta di un cucchiaino di curcuma
  • la punta di un cucchiaino di Garam Masala*
  • una grattugiata di pepe nero
  • 25 g di creamed coconut**
  • 1 cucchiaio di farina di mandorle
  • acqua
  • sale
  • coriandolo fresco tritato
  • una spruzzata di succo di limone (facoltativa)
  • olio
  • riso basmati per servire
* Il Garam Masala è un mix di spezie. Si può fare anche in casa tritando e mescolando semi di cardamomo, grani di pepe nero, cumino, chiodi di garofano, noce moscata e cannella. Vedete il video e la ricetta qui.

** creamed coconut è un ingrediente molto usato nella cucina asiatica. Vedete una foto
qui. È un panetto solido di latte e polpa di cocco disidratata. A mio avviso potrebbe essere sostituito da polpa grattugiata e latte di cocco fresco, oppure da scaglie di cocco secco fatte rinvenire in latte di cocco in lattina (non dolce).


Dalla sera prima mettere il pollo tagliato a cubetti in una ciotola con lo yogurt, lo zenzero grattugiato e l'aglio tritato. Coprire con pellicola e lasciarlo marinare in frigorifero per una notte.

Il giorno dopo tagliare la cipolla a pezzi e frullarla inseme al peperoncino rosso secco in un dito d'acqua in modo da trasformarla in una pasta liscia.

In una casseruola riscaldare un filo d'olio, metterci le spezie (curcuma, garam masala e pepe nero) e farle riscaldare per circa un minuto a fuoco basso.

Alzare la temperatura e mettervi la pasta di cipolle e peperoncino. Farla cuocere per un 5 minuti e quindi aggiungervi il pollo con la sua marinata.
Cuocere per una decina di minuti, aggiungere il creamed coconut a pezzetti, coprire con acqua e portare ad ebollizione, mescolando per sciogliere il cocco.

Abbassare la temperatura e far cuocere per un 30-40 minuti, fin quando la salsa non si addensa (quello che ho fatto io era un tantino troppo denso, lasciate un po' di sughetto per condire il riso). A fine cottura aggiustare di sale e unire un cucchiaio di mandorle grattugiate finemente. A piacere aggiungere anche una spruzzata di limone.

Decorare con foglie di coriandolo fresco tritato e servire con riso basmati o pilau.

Saturday 5 April 2008

SEMIFREDDO ALLE MANDORLE

L’anno scorso ho scoperto i semifreddi.

Ho scoperto che sono facilissimi e veloci da fare, che sono la cosa più vicina ad un ottimo gelato – per chi la gelatiera non ce l’ha – e che fanno fare una gran bella figura serviti come dessert dopocena.

Questo in particolare è favoloso, un gelato ricco e cremosissimo con pezzetti croccanti di mandorle caramellate. La ricetta – con qualche mia piccola modifica – è della bravissima Marble e deriva dal famoso parfait di mennule siciliano.

Premetto che con queste dosi ne viene veramente parecchio (io ho riempito una teglia da plumcake e 6 stampini monoporzione in silicone).

Ingredienti:

Per il semifreddo:

  • 5 uova freschissime
  • 200 g di zucchero semolato
  • 100 g di zucchero a velo vanigliato
  • 500 ml panna fresca da montare
  • qualche goccia d'essenza di mandorle amare

Per le mandorle caramellate:

  • 100g di zucchero
  • 200 g di mandorle spellate

In un padellino mettere a caramellare lo zucchero (per un buon risultato spargere lo zucchero in modo uniforme e farlo sciogliere senza toccarlo col cucchiaio ne aggiungere acqua). Quando il caramello assume un colore ambrato aggiungere le mandorle, dare una rapida mescolata e rovesciare il tutto su un piano di marmo o su un tagliere rivestito di carta forno.
Lasciar raffreddare il croccante e quindi frantumarlo con un coltello.

Separare tuorli e albumi.

Montare i tuorli con i 200g di zucchero semolato fino a che non triplicano di volume. A parte montare gli albumi, quando sono già ben montati aggiungere lo zucchero a velo e continuare a montare fino ad avere una meringa ben soda.

In un’altra ciotola montare a neve non fermissima la panna fresca.

Incorporare delicatamente i tre composti, nell’ordine: aggiungere la panna ai tuorli montati, poi unire la meringa
ed aromatizzare a piacere con qualche goccia di essenza di mandorle amare (mettetecela, fa davvero la differenza!).
Infine molto delicatamente unire la granella di mandorle
caramellate.

Versare il composto ottenuto in un contenitore adatto al freezer e lasciarlo solidificare per almeno 24 ore prima di servirlo.

Delizioso!

Tuesday 1 April 2008

BANANA BREAD

Cosa si fa con le banane stramature, quelle dimenticate nel fondo della fruttiera, avvizzite e piene di macchioline nere?? Ma un banana bread naturalmente!

Un plumcake alle banane, morbido, umido e profumato, da mangiare a colazione tagliato a fettone spesse e generose, da solo o con qualche cucchiaiata della vostra porcheria ipercalorica preferita (inutile dire che le creme spalmabili al cioccolato con il pane alle banane sono la morte sua).

La ricetta (leggermente riadattata da me) è di quella cariatide di Mary Berry, un’istituzione dell’home cooking inglese. È un’ottima e rapidissima ricetta di riciclo ma conosco persone che fanno avvizzire apposta le banane per aver la scusa per farlo ;-)

Ingredienti (per una teglia rettangolare da plumcake da circa 15x10 cm):

  • 2 banane molto mature schiacciate e ridotte ad una purea grossolana
  • 2 uova
  • 175 g. di zucchero
  • 100 g. di burro ammorbidito a temperatura ambiente
  • 200 g. di farina "00"
  • una bustina di lievito vanigliato (da 16 g)
  • 2 cucchiai di latte

pre-riscaldare il forno a 180 gradi.

Mary Berry consiglia di mescolare gli ingredienti in una ciotola tutti insieme con le fruste elettriche. Io per abitudine procedo dando una rapida mescolata a uova e zucchero, aggiungendo a filo il burro fuso, quindi incorporando la farina e il lievito sciolto nel latte e per ultime le banane schiacciate con la forchetta. Entrambi i metodi vanno benissimo.

Imburrare ed infarinare la teglia (o rivestirla di carta-forno) e versare il composto.

Infornare per circa un’ora (verificare la cottura con uno stecchino di legno).

Lasciar raffreddare il banana bread per qualche minuto e sformare su un piatto. Tagliare a fette di circa 2 cm e servire.


*** ATTENZIONE: onde evitare fraintendimenti, nonostante il nome fuorviante, il Banana Bread è una sorta di PLUMCAKE, NON UN PANE!